lunedì 22 febbraio 2010

COMUNICATO STAMPA

Il conflitto che di recente è deflagrato nelle fila dei dipendenti comunali creando una netta contrapposizione tra Area amministrativa e Area di vigilanza, quali che siano le motivazioni a sostegno delle contrapposte posizioni, denuncia l’assoluta inadeguatezza della classe politica e dirigente del comune di Taranto, dimostratasi assolutamente incapace di gestire i conflitti, ma quel che è peggio, del tutto impreparata ai compiti di indirizzo, programmazione e gestione che la legge assegna, in vista del raggiungimento di obiettivi che abbiano la finalità di ottimizzare le risorse e qualificare le performance tanto collettive che individuali, attraverso il vaglio di una classe dirigente competente e qualificata.
Mentre nel resto d’Italia si discute sul come attuare, con metodi esenti da antiche reminiscenze clientelari, il portato innovativo della riforma Brunetta, a Taranto, città guidata da un Sindaco il quale proclama, in modo del tutto apodittico, di aver fatto della “trasparenza” e “legalità” la propria bandiera (tacitando la coscienza con lo slogan fin troppo abusato “mando tutto alla Procura” , dove a giudicare dal numero delle pratiche incamerate fino ad oggi a ministero del buon Stefano, occorrerebbe un’apposita ditta di smaltimento!), si continua ad assistere ad una ridda di nomine dirigenziali, nate all’interno di segrete stanze ed imposte dall’alto, senza neanche fare accenno ai curricula professionali degli “eletti”.
Risultato: disordine amministrativo, pressappochismo, ignoranza dei processi, dilettantismo.
Depositario come si sente della verità”, il Sindaco ignora per oltre due anni le raccomandazioni della Commissione per la Finanza e gli Organici degli Enti Dissestati, che raccomandava di far luogo a regolari procedure concorsuali per le nomine dei vertici dell’Ente e si trova oggi a dover ricorrere nuovamente a nomine fiduciarie (ma guarda un po’ il caso) con la differenza che oggi, più di ieri, esse sono radicalmente nulle ed illegittime.
Alla luce, infatti, dell’art. 19, 6° comma, del d.lgs 165/2001, come novellato dalla riforma Brunetta (norma immediatamente cogente anche per le amministrazioni comunali a mente dell’art. 6 ter del medesimo decreto) gli incarichi cosiddetti a termine, a parte il limitato contingente numero entro il quale si possono conferire, sono attribuibili a “persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibili nei ruoli dell’amministrazione, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati, con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che provengano dai settori della ricerca, della docenza universitaria, della magistratura e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello stato….” . Francamente non ci pare che i cd “dirigenti” susseguitisi in questi , sciaguratissimi tempi, possano vantare curricula (molti dei quali, ahimè, criptati) anche lontanamente assimilabili a tali requisiti, ed il risultato di questa inettitudine è sotto gli occhi di tutti.
Signor Sindaco, adesso basta! La Sua gestione casereccia e personale di un ganglio vitale dell’amministrazione rappresentato dai vertici gestionali deve finire, si appresti a far bandire i concorsi e, nelle more, considerato che, una volta ancora, si è presentato in ritardo all’appuntamento con i concorsi, vigileremo tutti affinché le nomine provvisorie riguardino persone in possesso di adeguate professionalità, come imposto dalla legge, e non personaggi conosciuti dagli amici o dagli amici degli amici.
f.to Rossella FISCHETTI

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